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Descrizione

“Comune sparso” con sede in Lamosano. Di antica origine, ha un'economia basata prevalentemente sulle attività industriali. Gli alpagoti, con un indice di vecchiaia particolarmente superiore alla media, risiedono nel capoluogo comunale e nelle località di Alpaos, Codenzano, Funes, Irrighe, Molini, Palughetto e San Martino d'Alpago. Il territorio, classificato di montagna, presenta notevoli variazioni altimetriche e ha un profilo geometrico vario ma dalle caratteristiche alquanto omogenee. Alle ripide valli laterali si alternano conche di modeste dimensioni, entrambe ricoperte da una estesa e fitta flora boschiva. Alle spalle di questo variegato insieme ambientale si ergono le possenti vette dolomitiche tra le quali emerge il monte Cavallo. L'abitato, composto di numerosi nuclei, si distribuisce tra i 600 e gli 800 metri di altitudine e appare come un grande gruppo di case dalle tipiche caratteristiche rustiche tutte convergenti verso la chiesa e la piazza principale. Non si registrano tracce di espansione edilizia ma si notano soltanto i segni dei continui rimaneggiamenti seguiti ai terremoti e a qualche episodio di natura alluvionale. Lo stemma comunale, partito, è stato concesso con Regio Decreto. Nel primo campo, smaltato di verde, si raffigura una pecora; lo sfondo azzurro della seconda sezione è attraversato da una fascia argentea, a cui si sovrappone una torre a due piani, rossa, merlata alla ghibellina e fondata su un colle verde.

Storia

Le notizie storiche riguardanti tale località risultano alquanto scarne e limitate. Si può risalire tuttavia con notevole probabilità all'epoca paleoveneta per collocare cronologicamente i primi insediamenti stabili sul territorio. A questa cultura subentrò l'influenza della dominazione romana, durante la quale la zona fu costellata da fortificazioni difensive. Al termine dell'impero romano divenne facile preda delle incursioni barbariche, prima fra tutte di quella dei longobardi. Quindi fu inserita nella decania di Pieve d'Alpago, sotto la giurisdizione del vescovo di Belluno, come dimostra un diploma imperiale di Berengario I, antecedente l'anno Mille. Quando Belluno entrò a far parte dei territori della repubblica di Venezia, seguì le identiche sorti del capoluogo di provincia soprattutto perché Venezia aveva scoperto l'importante risorsa di legname della vicina foresta del Cansiglio. Alla fine del ‘700 il governo della Serenissima andò in crisi e decadde definitivamente. Pochi anni dopo ci fu l'intervento di Napoleone e in seguito si alternarono una serie di governi differenti alla guida di questo comune, fin quando nel 1866 fu incorporata al Regno d'Italia. Il patrimonio architettonico si compone di una serie di chiesette sparse tra il capoluogo comunale e le varie località, tutte di semplice architettura, spesso con il tipico tetto in “scandole” di pietra.

Economia

è sede della Pro Loco. Una modesta porzione degli abitanti si dedica ancora all'agricoltura rivolta essenzialmente alla coltivazione di cereali, ortaggi e vite. Si pratica anche la zootecnica, specializzata nell'allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. La maggior parte della manodopera locale è impiegata tuttavia nei diversi comparti industriali presenti. Tra questi il lattiero-caseario, il metalmeccanico, l'edile, quello per la produzione di strumenti ottici e fotografici, di mobili, di articoli sportivi e di fornitura per software. È invece assente quasi del tutto il terziario fatta eccezione per la presenza di una normale rete distributiva. Manca il servizio bancario. Non ci sono strutture sociali di rilievo, mentre tra quelle di tipo culturale compare il museo di storia naturale. Nelle scuole si impartisce soltanto l'istruzione primaria e secondaria di primo grado e la capacità ricettiva è sufficiente a permettere la ristorazione e il soggiorno. Il servizio sanitario è garantito dalla farmacia locale.

Relazioni

è una meta piuttosto ambita dai turisti sia nei mesi estivi che nei mesi invernali. A ciò contribuisce la presenza di numerosi momenti di festa che si organizzano durante l'anno: la festa di S. Giuseppe con balli, musica e piatti tipici, gare di mountain bike a luglio, la panoramica dell'Alpago ad agosto, che consiste in una gara di corsa in montagna, il palio a settembre, la festa di S. Martino e la sagra delle castagne a novembre. Il Patrono, S. Lorenzo, si festeggia il 10 agosto con la sagra delle “ s'ciosele”, le lumachine di montagna.

Località

Alpaos, Chies, Codenzano, Funes, Irrighe, Lamosano, Molini, Monteteverone, Palughetto, San Martino d'Alpago, Villaggio Col Pian, Villaggio Quota 1000

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Chies d'Alpago rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.

INFO
  • Popolazione 1.377
  • Lat 46° 10' 19,44'' 46.17206667
  • Long 12° 23' 13,27'' 12.38701944
  • CAP 32010
  • Prefisso 0437
  • Codice ISTAT 025012
  • Codice Catasto C630
  • Altitudine slm 647 mt
  • zona clim./gradi giorno
    Riscaldamento: nessun limite
    F/3463
  • Superficie 44.84 Km2
  • Densità 30,71 ab/Km2
  • Sismicità Zona 2
  • Alba 04:40
  • Tramonto 19:33
Contatti
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